Risultati di una piccola tartufaia coltivata

da | 10 Mar. 2021 | Articoli-&-News

La tartufaia è situata in località Badiola di Marsciano (PG), ha la superficie di 2250 mq, un’esposizione a sud, un’inclinazione di 5° ed un’altitudine di 230 m. s.l.m. Il terreno dove fu realizzata la tartufaia era un seminativo coltivato con cereali negli anni precedenti l’impianto. Dal punto di vista analitico il terreno è calcareo, argilloso-limoso compatto e poco permeabile. Nell’estate del 2000 è stata eseguita un’aratura alla profondità di 30 cm circa seguita da un’estirpatura nel mese di ottobre. Non fu eseguita la rippatura, che sarebbe risultata utile data la compattezza del terreno.

La superficie fu suddivisa in tre parcelle delle seguenti dimensioni: mq 1665 destinata alla coltivazione del tartufo estivo, mq 450 alla coltivazione del bianchetto e mq 132 alla coltivazione del tartufo nero pregiato.

Subito dopo l’estirpatura fu impiantata la tartufaia utilizzando le seguenti piante simbionti:

Gli interventi colturali dopo la messa dimora delle piante e prima della comparsa dei pianelli sono stati: sarchiatura primaverile, taglio della vegetazione durante l’estate e l’autunno nonché una potatura primaverile effettuata per guidare la formazione ad albero delle piante.

Dopo la comparsa dei pianelli sono state proseguite:

  • le potature eliminando in ciascuna pianta il palco dei rami più bassi;
  • il taglio primaverile estivo della vegetazione erbacea
  • la sarchiatura durante il mese di settembre limitata alla sola parcella coltivata a Tuber aestivum;
  • non sono mai state eseguite le irrigazioni.

Le sei piante micorrizate dal tartufo nero, già al terzo anno, hanno evidenziato pianelli ben evidenti ma non hanno mai prodotto tartufi. La mancanza di produzione va attribuita alla scarsa permeabilità del terreno e alle elevate temperature estive.

Le 20 piante di pino domestico micorrizate dal bianchetto hanno prodotto alcuni tartufi di piccole dimensioni, già dopo 3 anni dall’impianto: produzione che si è esaurita nel giro di 3-4 anni. La scarsa produzione va ricercata nella natura del terreno argilloso-limoso, povero di sabbia e poco permeabile.

Nella parcella coltivata a Tuber aestivum, al quarto – quinto anno dopo la collocazione a dimora delle piante tartufigene, sono comparsi pianelli ben evidenti e le produzioni sono iniziate all’ottavo anno (Tab. 1).

Nella tabella si legge, per esempio, che nell’anno 2010 sono stati raccolti 145 tartufi per un peso complessivo di 4950 grammi e che ogni tartufo pesava in media 34,14 grammi.

La produzione media annuale calcolata dalla comparsa dei primi tartufi fino al 2020 compreso, è risultata di n° 345 tartufi corrispondenti a kg 16,07. La produzione media annua riferita ad ettaro è, quindi, di kg 96,49. La produzione massima è stata ottenuta nel 2016 con kg 46,075 corrispondente a 276,72 kg/ha, anno caratterizzato da una primavera estate particolarmente piovose.

Le specie simbionti che hanno fornito i migliori risultati sono la roverella, e il carpino nero. Si deve rilevare, comunque, che 8 carpini sono morti nel corso degli anni probabilmente a causa delle stagioni fortemente siccitose. Sono morte anche tre piante di nocciolo e altre tre sono molto sofferenti a causa dell’alcalinità e aridità del suolo.

La produzione annuale e le dimensioni dei tartufi hanno risentito fortemente delle caratteristiche climatiche della primavera ed inizio estate. Un fatto rilevante è risultato la quasi assenza di produzione dell’anno 2018 probabilmente dovuta alla prolungata siccità registrata nell’estate del 2017.

La maturazione dei carpofori è iniziata, generalmente, nel mese di maggio, è proseguita nel mese di giugno e si è interrotta alla fine di giugno o all’inizio del mese di luglio, cioè al sopraggiungere della forte aridità del suolo. Nel 2016 la produzione si è protratta fino a metà agosto a seguito delle piogge che si sono verificate durante i mesi di giugno e di luglio.

In conclusione la tartufaia ha fornito buoni risultati e permette di fare le seguenti considerazioni conclusive:

  • La pianta simbionte consigliabile perché ha fornito i migliori risultati è la roverella;
  • il carpino nero ha fornito risultati accettabili ma ha evidenziato problemi di sopravvivenza a causa della siccità del terreno;
  • il nocciolo ha sofferto della forte alcalinità e aridità del suolo;
  • l’entità della produzione risulta strettamente correlata all’andamento climatico;
  • Il fattore limitante la produzione è la mancanza di piogge primaverili – estive;
  • l’irrigazione della tartufaia nei mesi di giugno e luglio potrebbe consentire un evidente aumento e prolungamento della produzione.

Visto che la tartufaia è ancora attiva, verranno forniti, ogni anno, i risultati produttivi e le osservazioni sull’andamento generale della piantagione. 

Fig. 1 – Aspetto attuale della tartufaia.

Fig. 2 – Tartufi raccolti in un pomeriggio.

Fig. 3 – Tartufo di 625 grammi raccolto il 24/06/2016. 

Prof. Mattia Bencivenga

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